Un abbaglio di luce
irrompeva nella buia stanza,
scura come le tuniche dei suoi carcerieri.

Solo un fioco lamento si udiva,
ed un fragile corpo era accovacciato
in un angolo sul freddo terreno.

Era una donna, malnutrita,
con stracci per vestiti.

Il viso era rigato di lacrime,
che mischiate alla polvere,
formavano solchi sulla pelle.

Tremava come una foglia,
che strappata dal ramo,
cade con tremiti violenti e continui.

Il terrore si leggeva nei suoi occhi affossati,
occhi che riflettevano l'immagine di bandiere nere, simbolo di morte.

Una violenza dopo l'altra
le avevano tolto la forza di sperare.

Solo il ricordo e le immagini dei suoi figli
le permettevano ancora di vivere.

Vivere, ma per quanto?
Avrebbe visto ancora sorgere il sole?

Solo coloro che l'avevano rapita,
lo potevano sapere.

Quegli stessi uomini
che confondendo il messaggio d'Amore del loro Dio,
seminano morte e distruzione.

Perché tutto questo odio?

Nessun interesse e nessuna vittoria
potrà mai valere tanto;
quanto la sua stessa vita...

Silvia Agostino